senato

Dopo 20 anni di attesa, finalmente giustizia per il popolo inquinato

Inquinamento
“Dopo 20 anni di attesa da parte delle associazioni impegnate sul fronte dell’ambiente e della legalità, da Legambiente a Libera, e dopo due decenni in cui la politica ha fatto poco e niente, oggi finalmente il nostro Paese vede introdotti nel codice penale i reati ambientali.E’ una legge che è stata avversata da nemici potenti e anche da frange di benaltristi, ma che pone finalmente l’Italia al livello dei maggiori stati europei in materia di salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica”.
Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, dopo l’approvazione definitiva della legge in Senato.
“Troppi imprenditori disonesti – continuano Ferrante e Della Seta –  hanno calpestato per anni il diritto alla salute dei cittadini, e troppo spesso gli ecomafiosi hanno avuto gioco facile nel condurre i loro sporchi affari in un contesto di sostanziale vuoto normativo. Da oggi questo popolo inquinato, avvelenato dall’amianto e dalla diossina, potrà continuare a contare su chi in questi anni coraggiosamente e seriamente si è schierato al suo fianco – magistratura, forze dell’ordine, associazioni ambientaliste – sapendo che ora la legge è esplicitamente dalla sua parte”.

Vergogna-Renzi, ancora rimandata legge su ecoreati. Ecomafie e industrie dei veleni ringraziano

reati-ambientali-italia

“Quello che si temeva è avvenuto: con il pretesto di eliminare una norma frutto di un emendamento a suo tempo approvato e che si sarebbe potuto cancellare con un successivo decreto, il governo Renzi e la sua maggioranza hanno per l’ennesima volta rimandato l’approvazione della legge che introduce i reati ambientali nel codice penale. Una decisione vergognosa, che rischia nel nuovo passaggio in Senato di impantanare una legge di civiltà che l’Italia aspetta da vent’anni”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Senza gli ecoreati nel codice penale – continuano gli esponenti ecologisti –  comportamenti criminali come lo smaltimento clandestino dei rifiuti ad opera delle ecomafie, l’avvelenamento industriale causato dall’Ilva e da tante altre industrie che da decenni seminano inquinamento e malattie, stragi come quella dell’Eternit di Casale Monferrato, continueranno a rimanere impunite”.

“Adesso occorre moltiplicare gli sforzi per imporre la sia pure tardiva approvazione di questa legge: l’Italia, dove l’illegalità ambientale imperversa da decenni non può permettersi altri anni di attesa” – concludono Ferrante e Della Seta.

Italicum: il Porcellum era Disneyland (in confronto)

Palazzo Montecitorio, Roma

Articolo su Huffington Post –

Corriamo il rischio. Corriamo il rischio di passare per conservatori, per quelli che difendono il potere di ricatto dei partitini, che temono la “morte in culla” del loro – del nostro – tentativo di ridare rappresentanza autonoma con Green Italia all’ecologia nella politica italiana. Corriamo il rischio e lo diciamo lo stesso: l’Italicum fa più schifo del Porcellum. È peggio per come ci si è arrivati. Quello almeno era frutto di un atto chiaramente unilaterale, di una prepotenza di Berlusconi che nel 2005, sapendosi minoranza nel Paese ma essendo ancora maggioranza in Parlamento, impose la legge elettorale per lui meno dannosa.

Questo emana invece un sapore sgradevole e indigesto di pensiero unico. Malgrado nessuno provi a negarne i limiti, gli aspetti deteriori, però quasi tutti alla fine lo difendono: Pd e Forza Italia, alfaniani e centristi, grandi giornali e grandi osservatori.

Il Porcellum bocciato dalla Consulta era una legge pessima, che negava ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e assegnava alla coalizione vincente il 55% dei seggi (su base nazionale alla Camera, su base regionale al Senato) qualunque fosse la sua percentuale di voti. Questo Italicum, già nella versione arrivata in aula alla Camera, non elimina quei vizi: se in una coalizione che ottiene almeno il 37% dei voti e dunque si vede attribuita la maggioranza assoluta dei seggi, un solo partito supera la soglia di sbarramento del 4,5%, a lui e soltanto a lui va tutto il “malloppo” degli eletti anche se – è un’ipotesi, ma non così irrealistica – ha ottenuto il 20% dei voti o persino meno. Quanto poi alla libertà per gli elettori di scegliere gli eletti, come si sa non cambia nulla: le liste sono più corte ma restano bloccate e a nominare i deputati continuano a essere i segretari di partito. Read More…

1 2  Scroll to top