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Il Governo ignora il parere del Parlamento. Rischio default per molte imprese del teleriscaldamento

effic

“Il decreto legislativo sull’efficienza energetica approvato ieri dal Cdm ignora buona parte delle richieste avanzate dal Parlamento. In particolare nel testo sono rimaste norme gravemente dannose per lo sviluppo  del teleriscaldamento, che invece rappresenta una delle risposte più efficaci per migliorare l’efficienza nell’uso dell’energia”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Malgrado le prescrizioni di Camera e Senato – continuano Della Seta e Ferrante –  il testo finale approvato dal Governo conferma l’azzeramento del fondo per il teleriscaldamento istituito di recente e in base al quale molte imprese hanno avviato progetti e interventi, senza prevedere che nel nuovo fondo per l’efficienza energetica sia previsto un capitolo destinato a rafforzare le reti del teleriscaldamento in Italia.Il decreto cosi come approvato dimostra una volta di più l’arretratezza delle linee del governo Renzi in materia di politica energetica”.

“Mentre l’Italia avrebbe tutto da guadagnare, sul piano ambientale come su quello economico, da una decisa accelerazione verso l’efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili, Renzi e il suo ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi sembrano molto più interessati a difendere lo status quo a tutto vantaggio delle industrie dell’energia fossile” – concludono gli esponenti di Green Italia.

Italicum: il Porcellum era Disneyland (in confronto)

Palazzo Montecitorio, Roma

Articolo su Huffington Post –

Corriamo il rischio. Corriamo il rischio di passare per conservatori, per quelli che difendono il potere di ricatto dei partitini, che temono la “morte in culla” del loro – del nostro – tentativo di ridare rappresentanza autonoma con Green Italia all’ecologia nella politica italiana. Corriamo il rischio e lo diciamo lo stesso: l’Italicum fa più schifo del Porcellum. È peggio per come ci si è arrivati. Quello almeno era frutto di un atto chiaramente unilaterale, di una prepotenza di Berlusconi che nel 2005, sapendosi minoranza nel Paese ma essendo ancora maggioranza in Parlamento, impose la legge elettorale per lui meno dannosa.

Questo emana invece un sapore sgradevole e indigesto di pensiero unico. Malgrado nessuno provi a negarne i limiti, gli aspetti deteriori, però quasi tutti alla fine lo difendono: Pd e Forza Italia, alfaniani e centristi, grandi giornali e grandi osservatori.

Il Porcellum bocciato dalla Consulta era una legge pessima, che negava ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e assegnava alla coalizione vincente il 55% dei seggi (su base nazionale alla Camera, su base regionale al Senato) qualunque fosse la sua percentuale di voti. Questo Italicum, già nella versione arrivata in aula alla Camera, non elimina quei vizi: se in una coalizione che ottiene almeno il 37% dei voti e dunque si vede attribuita la maggioranza assoluta dei seggi, un solo partito supera la soglia di sbarramento del 4,5%, a lui e soltanto a lui va tutto il “malloppo” degli eletti anche se – è un’ipotesi, ma non così irrealistica – ha ottenuto il 20% dei voti o persino meno. Quanto poi alla libertà per gli elettori di scegliere gli eletti, come si sa non cambia nulla: le liste sono più corte ma restano bloccate e a nominare i deputati continuano a essere i segretari di partito. Read More…

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