NUCLEARE

A Saluggia senza una deliberazione del Consiglio Comunale il WMF nel sito nucleare è illegale

 

Scatole-a-guanti-di-Saluggia

“Senza una deliberazione del Consiglio Comunale sulla compatibilità urbanistica, l’autorizzazione a costruire nel sito nucleare di Saluggia la ‘Waste Management Facility’ vale zero. A dirlo è lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico che nel decreto con cui autorizza la costruzione della Wmf cita espressamente il comma 4 dell’articolo 24 della Legge 27 del 2012, in base al quale ai fini urbanistici ‘il consiglio comunale si pronuncia nella prima seduta successiva al rilascio dell’autorizzazione stessa’”.

 

E’ quanto dichiara Roberto Della Seta di “Green Italia”, già presidente di Legambiente e senatore nella scorsa legislatura, che nel 2012, durante l’iter parlamentare della Legge 27, propose e fece approvare un emendamento che prescriveva appunto il voto del consiglio comunale sulla compatibilità urbanistica di tutti gli impianti e le infrastrutture da costruire nei siti nucleari.

 

“Spetta al Sindaco di Saluggia – afferma Della Seta – interpellare sul tema il consiglio comunale. Se non lo facesse, l’autorizzazione sarebbe illegittima e potrebbe essere impugnata anche in sede di giustizia amministrativa. Del resto, questa norma risponde a una elementare esigenza di democrazia: le varianti urbanistiche vanno votate dai consigli comunali sulla base di un confronto che coinvolga l’amministrazione comunale ma anche le forze di minoranza. Il sindaco Barberis può essere a favore o contro la Wmf,  ma in ogni caso non può sottrarsi a una pronuncia esplicita del consiglio comunale sull’argomento”.

Case italiane sprecone come 8 centrali nucleari

Roma, 08 OTT (Velino) – Nelle case italiane si spreca energia pari a quella prodotta da 8 centrali nucleari. E’ quanto e’ emerso dalla relazione di Renato Cremonesi, esperto di sistemi energetici ad alta efficienza, intervenuto oggi a Roma al convegno annuale di Somedia Energetica nella sessione dei lavori dedicata al tema “Vivere, abitare e produrre con le rinnovabili”. Secondo Cremonesi il tema centrale sul quale dovrebbe concentrarsi l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica e’ la riqualificazione energetica degli edifici già esistenti. Un’alternativa pulita e immediatamente percorribile alle fonti nucleari.

“L’efficienza media del sistema edificio-impianto oggi in Italia – ha sottolineato Cremonesi – e’ pari al 45 per cento, il che significa che ogni giorno nelle nostre case sprechiamo più della meta’ dell’energia che consumiamo. La quota di energia che sprechiamo equivale a 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) – ha proseguito Cremonesi – la stessa energia che producono 8 centrali nucleari di grandi dimensioni come ad esempio quella di Beznau in Svizzera di 730 MWe”. I dati forniti da Cremonesi nel corso del suo intervento, evidenziano come, in Italia, i consumi di energia primaria (l’energia che serve a mantenere le condizioni di comfort all’interno di un edificio) sono pari a 31.158.240 tep che, a loro volta, si traducono in una bolletta energetica di 32.069.720.871 euro. La fetta maggiore di questa cifra e’ destinata ai consumi termici (66 per cento) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34 per cento). Cremonesi ha dimostrato che, con pochi interventi come cambio di combustibile, installazione di caldaie a condensazione e installazione di strumenti di termoregolazione e di contabilizzazione, e’ stato possibile diminuire in 1.100 unita’ abitative su base annua del 33 per cento il costo del riscaldamento, del 28 per cento il fabbisogno di energia primaria e del 43 per cento le emissioni di CO2. Le potenzialità di risparmio sono sensibilmente maggiori se si interviene anche sull’involucro edilizio. “Il sistema Italia – ha concluso Cremonesi – pò e deve puntare sull’efficienza energetica, un mercato potenziale da 36 miliardi di euro all’anno e che potrebbe dare lavoro a circa 430.000 persone. Una scelta strategica che gioverebbe sia al potere d’acquisto delle famiglie, grazie al risparmio energetico, che alla qualità di vita dei cittadini, in termini di riduzione di emissioni di CO2”.

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