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“Greenprimary”: per un’Europa verde si può votare adesso

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Articolo su Huffington Post

Attenzione: ci sono primarie già in corso. Primarie per cui si può votare anche subito e fino al 28 gennaio prossimo, con un paio di click su GreenPrimary. Sì, perché i Verdi europei scelgono così i loro candidati a presiedere la prossima Commissione, i due “leader” ecologisti (di cui almeno uno sarà donna) che gli elettori troveranno sulla scheda delle elezioni europee. Alle primarie on-line possono partecipare tutti i cittadini dei 27 Paesi che al momento del voto abbiano compiuto almeno 16 anni: basta registrarsi sul sito e indicare uno o due nomi tra i quattro candidati “concorrenti”.

Delle grandi famiglie politiche europee i Verdi sono gli unici ad affidarsi alla democrazia diretta per decidere i leader da proporre in Europa. Gli altri, a cominciare dai socialisti che hanno già indicato Schultz, preferiscono procedure interne.

Questa scelta dei Verdi europei ha molti meriti. Accanto al più evidente che riguarda il metodo – utilizzare la rete per allargare quanto più possibile la partecipazione democratica alle decisioni politiche -, uno altrettanto rilevante ha proprio a che fare con l’idea di Europa su cui chiedere il consenso degli elettori.

Da mesi politici e commentatori lanciano allarmi per il rischio che le elezioni europee del maggio 2014 vedano l’affermazione di forze populiste nemiche dichiarate della costruzione europea. La minaccia è reale e va combattuta con tutte le forze: se l’Europa finisse preda di derive populiste e neo-nazionaliste, tutti i Paesi dell’Unione, e per primi i più fragili come l’Italia, avrebbero soltanto da perdere e resterebbero senza più difese nel mare della globalizzazione. Read More…

Chi ha inventato i “respingimenti in mare” non ha titolo per attaccare l’Europa

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Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

“Riportare gli immigrati in Libia senza esaminare i loro casi, li ha esposti al rischio di maltrattamenti ed è equivalso ad una espulsione collettiva (…). I ricorrenti sono stati esposti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea”. Questi alcuni brani della sentenza del febbraio 2012 con cui la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per la pratica dei respingimenti in mare, contestando al nostro Paese la violazione di due articoli della Convenzione europea per i diritti dell’uomo: dell’articolo 3, che proibisce trattamenti inumani e degradanti, e dell’articolo 4, relativo al divieto delle espulsioni collettive.

Febbraio 2012. Presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, Angelino Alfano era segretario del Pdl ma fino a pochi mesi prima era stato Ministro della Giustizia.

Ecco: se c’è qualcuno che non ha titolo, né politico né morale, per accusare l’Europa di inerzia e di irresponsabilità davanti al dramma di migliaia di africani (non meno di 20 mila) che per fuggire dalle guerre e dalle persecuzioni hanno trovato la morte nel Mediterraneo, questo è Angelino Alfano, per anni uno dei teorici e dei diretti ispiratori – Pdl e Lega in perfetta combutta – della pratica, oggettivamente criminale, dei respingimenti in mare. Read More…

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