Liguria e non solo: se troppi morti per alluvioni sono un “delitto”, chi è “l’assassino”?
Ormai lo dicono persino i politici: se ad ogni pioggia eccezionale non solo pezzi d’Italia vanno sott’acqua ma muoiono persone – le ultime aChiavari e a Biella – questo non è colpa del caso ma del “malgoverno” del territorio. Insomma non è una fatalità: è la conseguenza coerente e inevitabile – oggi ingigantita dai cambiamenti climatici che vedono il moltiplicarsi di fenomeni estremi – di scelte pubbliche che nel corso degli anni, dei decenni, hanno sistematicamente incoraggiato un consumo di suolo esagerato, improprio e spesso del tutto illegale. Il ministro dell’ambiente Galletti si è spinto più in là: ha dichiarato che il dissesto territoriale che colpisce buona parte d’Italia, trasformando sempre più spesso temporali di stagione in vere catastrofi, è figlio in particolare dei condoni edilizi che hanno legalizzato migliaia di case costruite illecitamente in zone insicure e hanno incentivato nuovo abusivismo. Ha aggiunto il ministro: i condoni edilizi vanno considerati come “tentati omicidi”.
Tolto quel “tentati”, concordiamo al 100 per 100 con Galletti. Ma se c’è un “delitto”, se c’è un omicidio, occorre cercare gli “assassini”. Nel caso dei tre condoni edilizi generalizzati varati in Italia in meno di 20 anni, l’indagine è semplicissima: il primo, 1985, fu fatto dal governo Craxi e votato da tutti i “soci” dell’allora pentapartito dalla Dc al Psi. Gli altri due, 1994 e 2003, portano la firma di governi Berlusconi. L’ultimo, per dire, è stato votato anche dal partito, l’Udc, nel quale tuttora milita il ministro Galletti. Come attestano le stime di Legambiente e Cresme, i tre condoni edilizi hanno fatto da potente volano all’attività edilizia illegale. Solo fra il 2003, anno dell’ultima sanatoria, e il 2011 sono state costruite 258 mila case abusive, per un giro d’affari vicino ai 20 miliardi: un business dunque rilevantissimo, che si concentra prevalentemente ma non solo nelle regioni meridionali e costituisce uno dei campi di attività preferiti delle ecomafie. Read More…