Articolo con Francesco Ferrante su Huffington Post –
Matteo Renzi oggi su “la Repubblica” risponde quasi indignato alle analisi di chi come Walter Veltroni lamenta un grave e colpevole ritardo del Pd nell’assumere l’ambiente come una propria parola fondativa e come un tema oggi irrinunciabile per declinare l’idea di progresso: “E’ giusto chiedere di fare di più – afferma il segretario (da quasi quattro anni) del Partito democratico – ma non si può cedere a semplificazioni superficiali”.
In realtà di superficiale e anche un po’ sgangherata, sul punto, vi è proprio questa lunga lettera di Renzi, piena zeppa di omissioni e anche, bisogna dire, di parecchie bufale o come si dice adesso di “fake-news”.
Renzi comincia la sua requisitoria rivendicando alcune scelte compiute da sindaco di Firenze: la chiusura al traffico di Piazza Duomo, il piano strutturale urbanistico che ha minimizzato (non azzerato come lui scrive) l’ulteriore consumo di suolo nella città. Meriti indiscutibili che contribuirono ad accreditarlo come un promettente rinnovatore della politica e del centrosinistra anche in direzione di una maggiore attenzione ai temi ambientali; premesse del tutto disattese dal “secondo Renzi”, quello che prima ha preso in mano la guida del Pd e poi le redini del governo.
Improbabile è anche la “appropriazione indebita” che Renzi fa di norme ambientali innovative approvate in questa legislatura, come la legge sugli ecoreati: una riforma in effetti assai positiva, per la quale gli ambientalisti guidati da Legambiente si battevano da vent’anni. Ma una riforma squisitamente parlamentare, resa possibile dalla convergenza di forze politiche sia di maggioranza che di opposizione.
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