Della Seta e Ferrante: Nitto Palma ci riprova col condono, fermatelo

“Il neo presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma non perde il vizio: di nuovo ha proposto la riapertura del condono edilizio, che significherebbe un via libera al cemento illegale.

Ci aveva già provato ripetutamente nella scorsa legislatura, per fortuna senza successo.

Ci auguriamo che lo fermino anche questa volta.

Come suo solito Nitto Palma usa per giustificare l’idea di una nuova sanatoria il cosiddetto abusivismo di necessità, ma in Campania come in tutta Italia l’abusivismo è quasi tutto speculativo e spesso è gestito direttamente dalle ecomafie.

L’’abusivismo è una piaga che ha devastato l’ambiente , ha fatto crescere la fragilità del territorio, alimentato l’’insicurezza abitativa:sarebbe davvero triste se le forze politiche che negli anni scorsi si sono battute contro ogni ipotesi di condono ora, per quieto vivere nell’epoca delle larghe intese, abbassassero la bandiera della legalità.”

È quanto dichiarano Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, già parlamentari del Pd.

La sinistra e la città

Il mio ultimo libro: “La sinistra e la città. Dalle lotte contro il sacco urbanistico ai patti col partito del cemento”.

La città e la possibilità di governarne lo sviluppo per il bene comune sono temi fondativi della sinistra. Basta riandare alla Manchester descritta da Engels o alle lotte di inizio Novecento per i diritti elementari e i bisogni primari del proletariato urbano, da cui presero l’avvio partiti e sindacati di sinistra e la stessa urbanistica moderna. Da qui, la riflessione dei due autori Roberto Della Seta e Edoardo Zanchini del libro ” La sinistra e la città. Dalle lotte contro il sacco urbanistico ai patti col partito del cemento” (Donzelli editore) arriva a esplorare un paradosso italiano. Vi è stato un tempo, nel dopoguerra, in cui la sinistra – non solo quella comunista – rifiutava l’etichetta di riformista, ma nei fatti metteva in campo, sulla città, visioni e azioni squisitamente riformiste. Erano gli anni delle lotte contro il sacco urbanistico di Roma, Napoli, Palermo e contro i comitati d’affari incistati nella politica; e gli anni di alleanze per l’epoca decisamente inedite. Ed ecco il paradosso. Mentre oggi la sinistra rivendica con orgoglio la propria natura riformista, ha quasi smarrito la tensione di allora: distante com’è dalla riflessione attualissima sull’urgenza di un freno al consumo di suolo; troppo legata, in alcuni, a pregiudizi ideologici – la mitizzazione dell’esproprio, la demonizzazione dei privati – e troppo vicina, in tanti altri, a quel “partito del cemento” trasversale che spesso detta legge sul futuro delle città ed è fonte di inquinamento affaristico della politica. Ma la sinistra può permettersi di tradire la città? O non rischia così di condannare se stessa?

1 54 55 56 57 58 63  Scroll to top