Le leggi e la Costituzione consentono l’esproprio dell’Ilva

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“Basta concessioni ai Riva, che per anni hanno intascato immensi profitti senza spendere un centesimo per ridurre l’impatto devastante dell’Ilva sui lavoratori e sui cittadini di Taranto”. Così in una nota Roberto Della Seta, di ‘Green Italia’, movimento politico ecologista, all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato il sequestro di più di otto miliardi ai Riva. Per Della Seta “al di la’ della sentenza della Cassazione, ci sono le leggi e la Costituzione che permettono, in casi eccezionali com’e’ senz’altro questo, l’esproprio ai privati. Tra la ‘roba’ dei Riva c’e’ l’Ilva, si ricominci da quella”.

Per la procura, nel tesoretto i soldi risparmiati in sicurezza
Secondo i consulenti della procura di Taranto che ordinò il sequestro, gli oltre 8 miliardi sarebbero una cifra equivalente alle somme che dal 1995 (anno di acquisizione della Italsider pubblica) l’Ilva avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti del Siderurgico, e in particolare quelli dell’area a caldo (sotto sequestro dal 26 luglio 2012, anche se la fabbrica non si e’ mai fermata), alle normative ambientali, pregiudicando l’incolumita’ e la salute della popolazione. Read More…

Caro Emiliani, sui parchi sbagli

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Il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani qualche giorno fa ha firmato sulle pagine dell’Unità l’articolo “Più speculazione e meno vincoli. Parchi minacciati”, presentato come un’attenta inchiesta mentre è invece ricco di opinioni, che sono ovviamente legittime, ma rimangono opinioni, non suffragate da dati di fatto. Questo avviene su vari argomenti, ad esempio, a proposito dei sindaci, della caccia, degli agricoltori, delle cave, delle miniere.

Questa la  risposta mia e di Francesco Ferrante pubblicata sull’Unità di oggi.

Caro direttore,

su l’Unità del 14 dicembre Vittorio Emiliani ci rende l’onore di una citazione personale in quanto ispiratori, nel Senato della scorsa legislatura, di alcune proposte di modifica della Legge quadro sui parchi che secondo lui miravano ad indebolire le tutele naturalistiche sui parchi italiani.

La discussione, anche il confronto tra punti di vista diversi, non ci preoccupano, solo ci sarebbe piaciuto, proprio ai fini di un utile contraddittorio, che prima di lanciare accuse così severe Emiliani avesse dato un’occhiata sia pure rapida ai contenuti delle nostre proposte. Avrebbe scoperto, per esempio, che non chiedevamo affatto di delegare alle associazioni ambientaliste, come lui scrive, la nomina di metà dei componenti dei consigli direttivi dei parchi nazionali: nell’articolato approvato dalla Commissione Ambiente del Senato nel dicembre 2012 si prevede infatti che solo un membro su 8 dei consigli direttivi, o per i parchi più grandi due su dieci, siano indicati dalle associazioni (oggi sono per tutti i parchi nazionali due su dodici); avrebbe scoperto, ancora, che tra le modifiche da noi proposte alla Legge quadro del 1991 ve n’era una  che tendeva a rafforzare il potere di nomina dei presidenti di parco nazionale in capo al Ministro dell’Ambiente, così da superare l’attuale diarchia Stato/Regioni che in assenza d’intesa porta al commissariamento e dunque alla paralisi degli enti parco; infine avrebbe scoperto che non solo quel disegno di legge non attenuava in nulla i vincoli sulla caccia nei parchi, ma inseriva per la prima volta nella legge quadro un divieto esplicito a cacciare nelle aree protette. Read More…

Sulle spiagge un condono degno di Berlusconi

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“Il condono sulle concessioni balneari inserito nella Legge di stabilità è una privatizzazione di fatto delle spiagge, bene demaniale e dunque bene di tutti: pagando un terzo delle somme già molto basse dovute per l’occupazione e per l’uso ‘privati” di milioni di metri quadrati di arenili, i ‘furbetti delle spiagge’ si saranno garantiti, per l’appunto, anni di un utilizzo privato di un bene comune”. E’ quanto afferma Roberto Della Seta di “Green Italia”, il nuovo movimento politico ecologista.

“In base all’emendamento proposto dai relatori alla Camera – continua Della Seta – viene cancellato in un colpo il principio introdotto dal Governo Prodi nel 2006, per il quale i canoni di concessione andavano maggiorati per le località a più alta valenza turistica e per le superfici stabilmente occupate da strutture come docce, cabine, piscine, servizi commerciali. In moltissimi non hanno pagato, oggi la sanatoria sottrarrebbe definitivamente allo Stato oltre un miliardo di euro: davvero una scelta scandalosa, del tutto degna della stagione dei condoni fiscali ed edilizi dei governi Berlusconi. Una scelta, bisogna aggiungere, tanto più inaccettabile visto che proprio il settore dell’industria balneare presenta un tasso altissimo di evasione fiscale, oltre il 50% secondo l’Agenzia del Demanio: in questo modo, i ‘furbetti’ se la caveranno a buon mercato e gli imprenditori balneari onesti verranno danneggiati da una concorrenza dolosamente sleale”.

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