Sabato 1° marzo l’assemblea di fondazione di Green Italia

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Sabato 1 marzo si terrà l’assemblea di fondazione di Green Italia, il nuovo movimento politico ecologista, presso il Teatro Quirinetta a Roma, a partire dalle ore 9.30.

La nuova casa politica degli ecologisti italiani prende vita a poche ore dalla fiducia ottenuta in Parlamento da Matteo Renzi, che nel suo discorso programmatico, espresso con un linguaggio politico inedito, si è però dimenticato di una questione centrale nel discorso pubblico di tutti i grandi innovatori, a cominciare dal “prototipo” Barack Obama: la crisi ecologica come paradigma dei problemi italiani e globali.

 A Renzi rivolgiamo, dunque, l’invito a venire all’assemblea di fondazione di Green Italia per trovare spunti interessanti: a partire dalla sostenibilità ambientale e sociale come strada obbligata per accompagnare l’Italia fuori dalla crisi socio-economica, civile ed ecologica.

Saranno presenti, tra gli altri, ospiti quali Don Luigi Ciotti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il professor Andrea Carandini, il critico Philippe Daverio, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini ed il filosofo Mauro Ceruti.

 A fare gli onori di casa tutti i promotori di Green Italia, tra i quali Monica Frassoni, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e Fabio Granata. Questi guideranno lo svolgimento della giornata nel segno del massimo coinvolgimento: ogni cittadino potrà partecipare da “fondatore” a questo evento, con diritto di voto sulle decisioni assunte, unica eccezione i limiti definiti dal codice etico del movimento, che esclude dalla possibilità di aderire chi abbia avuto condanne o rinvii a giudizio per reati di criminalità organizzata e di corruzione.

Green Italia aderisce alla manifestazione “Sos clima”

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“Green Italia aderisce alla manifestazione “Sos clima” promossa dalle principali associazioni ambientaliste italiane, che si terrà Roma, il 28 febbraio 2014 in  Piazza Montecitorio. Se il Governo Renzi vuole davvero dare quella scossa in ambito economico e occupazionale non più rinviabile,  parte integrante di questa operazione deve essere un impegno forte a livello europeo dell’Italia affinchè ci sia una innovazione dell’economia europea con l’innalzamento dell’obiettivo di riduzione dei gas serra e target vincolanti più ambiziosi per l’efficienza energetica e per il contributo delle rinnovabili”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Monica Frassoni e Roberto Della Seta.

“L’Italia, con il precedente esecutivo, ha già espresso il suo impegno (insieme a Germania, Francia, Danimarca e altri quattro stati) in favore della definizione di tre target vincolanti per il contenimento delle emissioni di gas serra e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Ora – continuano gli esponenti di Green Italia –  si apre per l’Italia la possibilità di giocare da protagonista in Europa, sia nella discussione nel Consiglio europeo del prossimo 20-21 marzo che durante il semestre di presidenza italiana che si apre a luglio, spingendo per obiettivi più ambiziosi, rispetto a quelli troppo prudenti e oggettivamente miopi e regressivi proposti dalla Commissione, come d’altronde ha già richiesto lo stesso Parlamento Europeo”.

“Il Governo italiano può essere infatti  fondamentale per raggiungere un accordo europeo più ambizioso e la strada di un Governo che vuole fare del cambiamento la sua cifra distintiva deve passare anche per un ‘Europa a trazione verde, e non giocare di retroguardia  con un clamoroso autogoal se sentisse le sirene della conservazione suonate dalle lobby fossili” – concludono Della Seta e Frassoni.

Cinquestelle: e prenderli sul serio?

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Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post –

Le reazioni indignate di fronte alla deriva truculenta di molti eletti grillini sono largamente condivisibili. Su questo c’è poco da discutere. Gli insulti a Laura Boldrini o a Daria Bignardi, le offese da maschi mediocri e ubriachi alle deputate Pd, i blitz in sala stampa alla Cameraper impedire ai deputati di altri gruppi di rilasciare dichiarazioni o interviste, sono di più e di peggio di una strategia furba per tenere il centro della scena mediatica: rivelano un’idea della politica e dell’azione civile fatta di disprezzo per la dialettica e per il confronto tra posizioni diverse, che apparenta i Cinquestelle a tutti i più beceri populismi, dal russoZhirinovskij a Borghezio, dai Le Pen ai neonazisti di “Alba Dorata“.

Le ottime, fondatissime ragioni per le quali tanti italiani hanno votato Grillo – disgusto anti-casta, paura di vivere in un Paese sempre meno prospero e accogliente per i suoi stessi cittadini, rifiuto di classi dirigenti immobili e autoreferenziali, voglia un po’ disperata di una politica che anteponga l’interesse generale, il bene comune, i beni comuni agli interessi di partito e di fazione – naturalmente non giustificano questo progressivo scivolamento degli eletti Cinquestelle sul piano inclinato del peggiore qualunquismo. Non per proporre paragoni decisamente smisurati, ma avevano buone ragioni anche i tedeschi che all’inizio degli anni Trenta, atterriti e consumati da una crisi economica devastante, si affidarono alle promesse di rinascita nazionale di Hitler (i nazisti nelle elezioni del 1933 ottennero il 40%dei voti); o gli italiani che fiaccati dalla guerra e spaventati dal caos politico del dopoguerra nel 1921 fecero di Mussolini uno dei neo-parlamentari più votati d’Italia.

La verità è che mai come ora, di fronte a un movimento Cinquestelle che mostra per intero sia le sue ombre sia il carattere niente affatto effimero del suo “feeling” con una parte non piccola della società italiana, bisognerebbe che chi osserva Grillo e i suoi “cittadini” e li “commenta”, chi li avversa e chi invece simpatizza per loro, scacciasse due tentazioni opposte ed entrambe, nei due campi, assai ricorrenti. Read More…

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