Decreto Sblocca-Italia: se questa è la “visione”, meglio rottamare il Governo Renzi

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Articolo su Huffington Post

Più che ad un piano di misure rivoluzionarie per “sbloccare” l’Italia, per liberarne energie e talenti, somiglia a una desolante confessione d’impotenza e di mancanza di idee. Lo “sblocca-Italia”, di sicuro il decreto legge più annunciato della storia repubblicana, per prima cosa non esiste. Nel senso che non c ‘è un testo, un articolato, ci sono solo intenzioni e promesse tanto ambiziose quanto generiche e cangianti: qui, nel metodo, si vede l’apoteosi di un malcostume che il governo Renzi condivide con molti suoi predecessori ma che mai, francamente, aveva toccato vette così smaccate. Da mesi il governo annuncia e riannuncia questa rivoluzione, senza mai dare finora i cittadini, all’opinione pubblica la possibilità di giudicare sulle norme scritte anziché su qualche slide o peggio sulle battute del presidente del consiglio.

Per lo sblocca-italia si è arrivati al punto che l’ennesimo “annuncio”, a luglio, veniva mascherato come l’apertura di una grande consultazione. Con chi? Con quali risultati? Non è dato saperlo. Certo il Governo non deve avere dato molto retta a Legambiente che gli aveva indicato, nel dettaglio, oltre 100 opere davvero utili da sbloccare, visto quanto si sono arrabbiati gli ambientalisti di fronte all’ennesimo ricorso al “dio cemento” che sembra ispirare l’azione del Ministro Lupi. Nelle bozze che circolano ci sono articoli che nemmeno il peggior Berlusconi aveva fatto approvare: si va dalla privatizzazione dell’acqua, in spregio alla volontà dei cittadini espressa nel referendum, alla privatizzazione del demanio per permettere nuove costruzioni sulle spiagge, e ci sarebbe persino una norma sblocca-inceneritori che, comunque la si pensi sul tema, appare evidentemente fuori tempo visto che nel campo della gestione dei rifiuti sono ben altre le tecnologie moderne da implementare.

Comunque in attesa di conoscere e poter valutare gli “scripta” veri, non resta che misurare i “verba” profusi in abbondanza da Renzi e dai suoi ministri. Read More…

Sblocca-Italia o la solita “minestra”? Il bivio di Renzi

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Articolo con  Francesco Ferrante  su Huffington Post –

“Sblocca-Italia”: così Renzi ha chiamato il decreto che il suo governo sta per varare. Nome azzeccato, di sicuro: c’è un immenso e urgentissimo bisogno di “sbloccare” l’Italia, di utilizzare al meglio le (limitate) risorse pubbliche a disposizione per aprire cantieri, creare lavoro, spingere la ripresa. E però, a costo di attirarci l’accusa di “gufi” e “rosiconi”, azzardiamo a porre qualche questione di merito. Oltre al “come” sbloccare (benvenute semplificazioni), è importante anche il “cosa”. Per esempio: nelle nostre città sarebbe utilissimo stimolare la “riqualificazione”, la rigenerazione urbana, reinventare qualcuno dei tanti spazi oggi dismessi e malmessi, potenziare e rendere più efficienti i trasporti pubblici, mentre sarebbe un errore e un danno introdurre forme generalizzate di “silenzio/assenso” per chiunque voglia costruire (questa sembra l’intenzione del governo a leggere le bozze in circolazione del decreto). Come ormai sostengono gli stessi costruttori riuniti nell’Ance, l’edilizia italiana per non deperire deve un po’ cambiare mestiere: non più consumo di suolo, sempre meno nuove costruzioni, sempre più rinnovamento del patrimonio abitativo esistente che per buona parte è di pessima qualità architettonica, statica, energetica.

La via insomma è quella di consolidare ed estendere il credito d’imposta per chi ristruttura la propria casa migliorandone l’efficienza energetica o la resistenza antisismica, misura che in questi anni ha svolto una formidabile funzione anticiclica e ha consentito di risparmiare sui consumi energetici e di ridurre l’inquinamento urbano. È troppo chiedere al ministro Lupi e allo stesso Renzi di puntare su questo e di rinunciare a all’idea di “deregualation” urbanistiche generalizzate che non porterebbero alcuno sviluppo e perpetuerebbero la lunga e infausta stagione italiana della cementificazione, dell’abusivismo e dei condoni? Read More…

Legge salva-abusivismo: alla Camera il Pd senza più alibi

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Articolo su Huffington Post –

Alla Camera sta cominciando l’esame di un disegno di legge già approvato dal Senato– contrari solo Sel, Cinquestelle e Lega – che ha un unico e molto preciso obiettivo: ostacolare le demolizioni di immobili abusivi ordinate dalla magistratura e in attesa di esecuzione.

Questa norma salva-abusivismo è scarna e apparentemente banale: fissa una gerarchia di abusi dal più grave – immobile realizzato da un camorrista – al più “leggero” – semplice casa abusiva – e stabilisce che per procedere alla demolizione degli abusi più comuni, che sono naturalmente la grande maggioranza, debbano essere stati abbattuti tutti gli altri. Il motivo, meglio il pretesto, del provvedimento è proteggere i cosiddetti abusivi di necessità, “poveri diavoli” che abitano nella casa costruita illegalmente. Il risultato è tutt’altro: per dirne una, la legge prevede che nessun “complesso o villaggio turistico” e nessun “immobile utilizzato per lo svolgimento di attività criminali” possano essere demoliti se prima non stati abbattuti gli immobili illegali non ancora ultimati. Quanto all’abusivismo di necessità, basta notare che è piuttosto raro che un mafioso o un camorrista conclamati firmino con nome e cognome un abuso, mentre è frequentissimo che i “poveri diavoli” siano prestanome di diavoli meno poveri e che queste “prime case” abusive – specie nelle zone a vocazione turistica – vengano in realtà affittate in nero a 1000 o 2000 euro a settimana.

Del resto, per capire il senso di questa legge basta rifarne la storia. Il testo nasce dall’ennesimo tentativo di un gruppetto di senatori campani di riaprire le porte al condono edilizio. Per loro tre sanatorie generalizzate in meno di trent’anni (1985, 1994 e 2003, le ultime due fatte da governi Berlusconi) non sono bastate, non hanno distrutto sufficiente territorio e aggravato nella giusta misura l’insicurezza abitativa che vede centinaia di migliaia di italiani vivere in case costruite illegalmente e anche per questo costruite male. Si può fare di più e di peggio, questa la loro battaglia, si può per esempio come nel caso in questione introdurre norme bizantine per le quali le demolizioni sono di fatto rese impossibili. Read More…

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