Nel Pd si litiga praticamente su tutto, perciò nessuno scandalo che ci si divida anche su un tema serio e obiettivamente controverso come l’idea – contenuta in diverse mozioni parlamentari – che l’Italia debba riconoscere l’autoproclamato Stato palestinese.
In questo caso, però, non si sta parlando di beghe italiane ma di una grande, decisiva questione globale, dunque sarebbe bene che il Partito democratico la affronti provando a mostrarsi per quello che dovrebbe sentire di essere: il più grande (per consenso) partito della sinistra europea. In Europa la sinistra si batte da anni per il principio dei “due popoli due Stati”, in Europa la sinistra vede nel riconoscimento da parte dei paesi europei dello Stato palestinese non una forzatura improvvida o peggio una provocazione verso Israele, ma un passo utile a sbloccare lo stallo del processo di pace tra israeliani e palestinesi che dura – per responsabilità, è bene sottolinearlo, di Netanyahu ma anche delle leadership palestinesi – da lunghissimo tempo. Un passaggio, va aggiunto, che può favorire l’unica soluzione di questo eterno conflitto capace di dare vera sicurezza ai cittadini israeliani.
Del resto, al Pd basterebbe dare ascolto a quei tre pericolosissimi “nemici di Israele” che si chiamano Amos Oz, David Grossman e Abraham Yehoshua. Nel dicembre scorso i tre maggiori scrittori israeliani hanno rivolto un appello al Parlamento belga che si accingeva a votare una mozione analoga a queste in discussione oggi da noi:
Per noi è chiaro che la sopravvivenza di Israele e la sua sicurezza dipendono dalla creazione dello Stato di Palestina, sulla base delle frontiere del 1967, così come dal riconoscimento della Palestina da parte di Israele e di Israele da parte della Palestina. La vostra decisione di riconoscere lo Stato di Palestina contribuirà ad aiutare le possibilità di pace e incoraggerà Israeliani e Palestinesi a risolvere il loro conflitto