Politica

BUON 25 APRILE A TUTTI

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Amatevi l’un l’altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell’amore per l’umanità fate una religione e
siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.
Siate umili e disdegnate l’orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita.
Forse, se tale è il mio destino, potrò sopravvivere a questa prova; ma se così non può essere io muoio nella certezza che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto anche per voi. E questa speranza mi dà la forza di affrontare serenamente la morte.

Dall’ultima lettera ai figli di Pietro Benedetti, falegname ebanista, partigiano, condannato a morte dai tedeschi e fucilato dai fascisti il 29 aprile 1944

Orfini e De Vincenti, gli anelli mancanti dell’evoluzione dem

Articolo sul Fatto Quotidiano –

Spesso si sente dire a sinistra: com’è stata possibile in così breve tempo una così radicale “mutazione genetica” del Pd, finito – quasi senza colpo ferire – sotto il controllo esclusivo di Matteo Renzi? La risposta non può essere soltanto nel leggendario istinto trasformista delle élite politiche italiane, che pure ha contato parecchio (con casi persino comici: come Migliore, trasformatosi in sei mesi da capogruppo di Sel alla Camera in ultrà renziano relatore dell”Italicum”). In realtà, a guardarla bene la discontinuità tra la vecchia sinistra di derivazione Pci, simboleggiata meglio di tutti da D’Alema, e il “Pdr”, il “Partito di Renzi” , è assai meno profonda di quanto appaia a prima vista. Per capirlo basta fermarsi su un paio di figure “cerniera” di questo processo, quasi degli “anelli mancanti” nella catena di passaggi e trasformazioni che hanno condotto dal dalemismo al renzismo. Il primo “anello mancante” è Matteo Orfini, da circa un anno presidente del Pd. Read More…

La Corte di Strasburgo riconosce l’evidente verità: alla Diaz nel 2001 si torturò

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“La notte del 21 luglio del 2001, quando decine di persone inermi nella scuola Diaz furono vittime di torture da parte delle forze di polizia, costituisce uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. Nel 2001 eravamo a Genova con Legambiente, e toccammo con mano un clima e un criterio di gestione dell’ordine pubblico del tutto estraneo allo stato di diritto, e simile piuttosto ad una dittatura da stato sudamericano”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“La sentenza della Corte di Strasburgo – continuano Della Seta e Ferrante –  mette nero su bianco ciò che una distorta concezione della ragion di stato ha sempre inteso negare, ovvero che a Genova ci fu un organico disegno repressivo e di tortura, e una catena di comando funzionale a esso. E’ triste che si sia dovuto attendere la sentenza dell’Europa  per vedere riconosciuta questa evidente verità. A questo punto la politica italiana per riconquistare in merito dignità e credibilità deve approvare senza più ritardi la legge che introduce il reato di tortura nel nostro ordinamento”.

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