Politica

Basta sociologia d’accatto, il calcio c’entra eccome

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Articolo su Huffington Post

E’ colpa della società violenta. E’ colpa della crisi economica che incattivisce. E’ colpa dell’informazione urlata. Magari è colpa della famiglia che non educa bene. L’incredibile sceneggiata di ieri sera all’Olimpico, culminata nella processione di giocatori, funzionari di polizia, responsabili sportivi verso la curva del Napoli per “strappare” a Genny ‘a Carogna il definitivo “ok si giochi”, ha dato l’occasione per l’abituale tripudio di luoghi comuni a sfondo sociologico.

A ripeterli ossessivamente gli stessi telecronisti Rai, preoccupati di sottolineare ogni momento che “quello che è successo non c’entra col calcio”. Invece col calcio c’entra, eccome.
L’Italia non è un Paese più violento della Spagna, o dell’Inghilterra, o degli Stati Uniti. E quanto a violenza diffusa, i paragoni letti sui giornali con il Sudamerica fanno letteralmente ridere.

No, il problema è esattamente nel nostro calcio professionistico, questo sì peggiore di tutti gli altri. Un sistema in mano a personaggi spesso mediocri e impresentabili, a società che hanno rapporti quotidiani con i loro “ultrà”: consenso a questo o quel presidente in cambio di “benefit”. E un sistema, anche questa è una stupidaggine da sfatare, che non è marcio perché “muove” troppi quattrini: nel calcio spagnolo e inglese o nello sport professionistico americano ne girano anche di più ma senza i nostri “effetti collaterali”. Read More…

Basta con le tragedie per mancata prevenzione. Bisogna mettere in sicurezza il territorio con i fondi europei

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“Gli smottamenti e le frane causate dalla pioggia caduta nelle ultime ore nelle Marche confermano la fragilità del territorio italiano, con l’82% dei comuni in situazioni a rischio e oltre la metà della popolazione che vive in aree soggette a frane ed alluvioni. Il dramma della persona morta per l’allagamento della strada che ne ha impedito il soccorso è l’ennesimo tragico tributo all’incuria del territorio e alla mancata prevenzione”.
Lo dichiarano Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, candidati di Green Italia Verdi Europei alle elezioni europee.
“Lo Stato – continuano gli esponenti ecologisti – spende ben 2 miliardi di euro ogni anno per tamponare i danni dopo un incidente o l’ennesima emergenza maltempo. Negli ultimi 80 anni in Italia ci sono state 5.400 alluvioni e ben 11 mila frane, e occorre superare l’approccio emergenziale ai danni causati del maltempo, e approntare piuttosto un piano organico di interventi per la messa in sicurezza del territorio: dal contenimento delle frane, alla sistemazione delle pendici, alla regolazione di torrenti e corsi d’acqua, alla bonifica idraulica, al definitivo no ad ogni ipotesi di condono di immobili costruiti in zone a rischio. Per cominciare da subito a rendere più sicuro il nostro Paese, attivando un ciclo occupazionale positivo, occorre mettere mano ai 1,6 miliardi di euro già disponibili, e reperire nuove risorse per la riduzione del rischio idrogeologico, utilizzando i fondi europei e il fondo sviluppo e coesione del 2014-2020”.
“Occorre infine prevedere l’ esclusione degli investimenti per la prevenzione dal Patto di stabilità interno degli enti territoriali” – concludono gli esponenti di Green Italia Verdi Europei.

Su Ilva Pd e centrosinistra complici del dramma, da europee può cominciare il vero cambiamento

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“Sul dramma dell’Ilva di Taranto il Pd e il centrosinistra in Puglia e non solo sono stati fino ad oggi complici dell’assalto alla salute e all’ambiente dei tarantini. Il loro fallimento è evidente a chiunque voglia vedere, prima usciranno di scena e prima  sarà possibile per Taranto come per tanti altri territori avvelenati dall’inquinamento e dall’illegalità voltare pagine e costruire un futuro di vero benessere”.

È quanto ha dichiarato a Bari oggi presentando la lista Green Italia Verdi Europei, Roberto Della Seta,  candidato nell’ Italia meridionale.

“Nei cinque anni in cui ho militato nel Pd – ha detto l’ex presidente di Legambiente, che dal 2008 al 2013 è stato senatore del Pd – ho toccato con mano i livelli intollerabili di complicità politica fra i dirigenti democratici  e i responsabili del dramma Ilva. Su questo si è rotto il mio rapporto col Pd ma vedo che da allora nulla è cambiato: Ludovico Vico, che al telefono con Girolamo  Archinà  prometteva di ‘farmi buttare sangue’ perche mi opponevo  al decreto ‘salva Ilva’ del governo, è oggi responsabile lavoro del Pd pugliese. Sempre di più il cambiamento a Taranto e non solo a Taranto passa dall’uscita di scena di una classe dirigente impresentabile: le elezioni europee del 25 maggio possono essere il primo passo”.

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