Politica

Legge salva-abusivismo: alla Camera il Pd senza più alibi

abusi-edilizi

Articolo su Huffington Post –

Alla Camera sta cominciando l’esame di un disegno di legge già approvato dal Senato– contrari solo Sel, Cinquestelle e Lega – che ha un unico e molto preciso obiettivo: ostacolare le demolizioni di immobili abusivi ordinate dalla magistratura e in attesa di esecuzione.

Questa norma salva-abusivismo è scarna e apparentemente banale: fissa una gerarchia di abusi dal più grave – immobile realizzato da un camorrista – al più “leggero” – semplice casa abusiva – e stabilisce che per procedere alla demolizione degli abusi più comuni, che sono naturalmente la grande maggioranza, debbano essere stati abbattuti tutti gli altri. Il motivo, meglio il pretesto, del provvedimento è proteggere i cosiddetti abusivi di necessità, “poveri diavoli” che abitano nella casa costruita illegalmente. Il risultato è tutt’altro: per dirne una, la legge prevede che nessun “complesso o villaggio turistico” e nessun “immobile utilizzato per lo svolgimento di attività criminali” possano essere demoliti se prima non stati abbattuti gli immobili illegali non ancora ultimati. Quanto all’abusivismo di necessità, basta notare che è piuttosto raro che un mafioso o un camorrista conclamati firmino con nome e cognome un abuso, mentre è frequentissimo che i “poveri diavoli” siano prestanome di diavoli meno poveri e che queste “prime case” abusive – specie nelle zone a vocazione turistica – vengano in realtà affittate in nero a 1000 o 2000 euro a settimana.

Del resto, per capire il senso di questa legge basta rifarne la storia. Il testo nasce dall’ennesimo tentativo di un gruppetto di senatori campani di riaprire le porte al condono edilizio. Per loro tre sanatorie generalizzate in meno di trent’anni (1985, 1994 e 2003, le ultime due fatte da governi Berlusconi) non sono bastate, non hanno distrutto sufficiente territorio e aggravato nella giusta misura l’insicurezza abitativa che vede centinaia di migliaia di italiani vivere in case costruite illegalmente e anche per questo costruite male. Si può fare di più e di peggio, questa la loro battaglia, si può per esempio come nel caso in questione introdurre norme bizantine per le quali le demolizioni sono di fatto rese impossibili. Read More…

Le norme salva-Riva riciclate come emendamento del Governo a un decreto in approvazione al Senato. Napolitano intervenga

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“Non bastava il decreto salva-Riva, confezionato dal Governo per consentire all’Ilva di Taranto di continuare a produrre senza bisogno di rispettare integralmente le prescrizioni per la messa in sicurezza ambientale e sanitaria dell’impianto. Preoccupato dalla ristrettezza dei tempi parlamentari, l’esecutivo ha riciclato questo stesso testo (d.l. 100) trasformandolo in un emendamento (il 22.0.500 ) al decreto legge 91 che tratta materie completamente diverse e che sta per essere approvato dal Senato. Questa è una vera truffa, e ci auguriamo che il Quirinale, che da tempo ammonisce sui troppi decreti legge utilizzati come provvedimenti omnibus, dica in questo caso una parola di chiarezza”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Il decreto salva-Riva è inaccettabile nel merito, perché – continuano Della Seta e Ferrante –  antepone le convenienze  dei padroni dell’Ilva all’interesse pubblico dei cittadini di Taranto da decenni avvelenati impunemente. Impedire ora al Parlamento ora di discuterlo e modificarlo è un atto antidemocratico ed è l’ennesima conferma che questo governo considera il diritto ad un ambiente sano e pulito poco più che una barzelletta”.

Sconfortante Renzi e il ‘più trivelle per tutti’

TRIVELLA“Sconfortante che il premier Renzi parli della necessità di sfruttare gli idrocarburi in Italia come carta da spendere per accreditarsi in Europa.

Evidentemente i dossier preparati dal ministro Guidi non riportano la notizia che la Germania ha intenzione di introdurre un divieto di sfruttamento dello shale gas per lo meno di qui al 2021.

Se il premier vuole andare in Europa a giocare in attacco parli di rinnovabili ed efficienza energetica e non con lo slogan ‘più trivelle per tutti’”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante commentando l’intervista odierna di Matteo Renzi al Corriere della Sera.

“Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo economico- aggiungono Ferrante e Della Seta – trivellare il fragile territorio italiano alla ricerca di petrolio, comprese le fonti probabili, potrebbe portare al massimo ad estrarre circa 187 milioni di tonnellate, che agli attuali tassi di consumo esauriremmo in soli 2 anni e mezzo, con buona pace dei posti di lavoro annunciati e delle ricadute negative sul turismo delle zone interessate.

L’Italia non ha bisogno di maggiori quantità di idrocarburi da utilizzare, ma di spendere meno per la sua energia, aumentando l’efficienza e il ricorso alle fonti realmente convenienti che sono quelle rinnovabili, che il Governo Renzi però rischia di mettere in ginocchio con le misure punitive dello ‘spalmaincentivi’”.

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