Politica

Il partito di Civati e Sinistra italiana, ecco le differenze

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Articolo su Huffington Post – 

Può succedere? Nel senso: può succedere che due eventi di partecipazione politica tenuti a pochi giorni di distanza e del tutto paragonabili per numero di persone presenti siano in un caso celebrati dai grandi media come notizia di prima grandezza, nell’altro quasi completamente ignorati? Non solo può succedere, ma è appena successo.

Sabato 7 novembre, al Teatro Quirino a Roma davanti a una platea di oltre mille persone, è stata battezzata “Sinistra Italiana”, nuovo gruppo parlamentare che unisce Sel ad alcuni parlamentari ex-Pd (Fassina, D’Attorre, Mineo…) e che vuole essere l’embrione di un nuovo partito alla sinistra del Pd. Molti giornali, telegiornali, siti informativi hanno dedicato all’iniziativa le loro “aperture”, tutti le hanno riservato un larghissimo spazio.

Sabato 21 novembre, sotto un grande tendone in riva al mare a Bagnoli (Napoli), oltre mille persone hanno partecipato agli “stati generali” di “Possibile”, movimento politico fondato da Pippo Civati che si propone di dare rappresentanza all’opinione, ai valori, alle domande sociali e civili, di quanti si considerano di sinistra e si sentono estranei tanto al Pd di Renzi quanto alle sinistre “pre-renziane”. Sui principali organi d’informazione sia cartacei che televisivi, poche righe o più spesso lo zero assoluto. Read More…

Negazionismo, un reato che non serve

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Articolo sul Fatto Quotidiano

Negare “in tutto o in parte” la Shoah e in genere i crimini di genocidio, di guerra, contro l’umanità, sta per diventare reato: manca solo il sigillo definitivo del Senato, dopo che martedì la Camera ha approvato in seconda lettura e con minime modifiche un testo “multipartisan” (Pd, sinistra, destra; astenuti i Cinquestelle) che sanziona il “negazionismo” come aggravante del reato di istigazione alla violenza e all’odio razziali.

Malgrado il largo consenso ricevuto in Parlamento, l’introduzione del reato di negazionismo è un tema controverso, su cui in un recente passato non sono mancate discussioni e polemiche.

In Italia il primo a lanciare l’idea fu nel 2007 l’allora ministro della giustizia Mastella. Moltissimi approvarono, altri sollevarono dubbi. Stefano Rodotà scrisse che la norma proposta era “una di quelle misure che si rivelano al tempo stesso inefficaci e pericolose”. Alcuni autorevoli storici italiani – da Carlo Ginzburg a Giovanni De Luna, da Sergio Luzzatto a Bruno Bongiovanni – promossero un appello pubblico in cui sostenevano che “ogni verità imposta dall’autorità statale non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale”. Punti di vista analoghi espressero nell’occasione intellettuali europei come Paul Ginsborg e Thimoty Garton Ash. Read More…

Ignazio Marino, l’indifendibile e i suoi nemici

Resigned Rome's Mayor, Ignazio Marino

Articolo su Huffington Post –

I nemici di Ignazio Marino, quelli che da quando fu eletto sindaco hanno cercato costantemente di affossarlo, sono quasi tutti molto peggio di lui, le vere ragioni per cui non hanno mai smesso di attaccarlo sono quasi sempre parecchio ignobili.

Ciò vale per l’opposizione politica a Marino, che però era fisiologico che cercasse in ogni modo di danneggiarlo (anche se fa un po’ ridere vedere i principali supporter della disastrosa, come azione amministrativa e come etica pubblica, stagione di Alemanno sollevare ora contro Marino indignate questioni morali); e ciò vale a maggior ragione per il suo “fronte interno”, per quella parte assai larga del Pd romano che lo ha sempre detestato perché non lo controllava, perché aveva perso potere e influenza dopo anni – compresi gli anni di Alemanno sindaco e di “mafia capitale” – in cui partecipava a tutte le scelte di governo e soprattutto di sottogoverno.

Marino, l’hanno detto e scritto in molti noi compresi, sembrava un sindaco-marziano, e questo poteva essere il suo pregio maggiore e un suo grande punto di forza anche in termini di consenso. Ma proprio come marziano Marino ha fallito, e per la sua “disfatta” non può prendersela con nessun altro che con se stesso.

Ha fallito per due ragioni principali. La prima, inutile girarci intorno, riguarda questa così mediocre vicenda dell’uso “ingiustificato” della carta di credito del Comune. Certo, lo sappiamo: c’è molto di peggio in termini di etica pubblica che far passare come “rappresentanza” delle cene private. C’è la corruzione, c’è “mafia capitale”… Ma in qualunque Paese civile, un politico scoperto a utilizzare in modo improprio, per fini privati, i soldi pubblici, pochi o tanti che siano, e a mentire per nascondere questo abuso, è un politico indifendibile ed è un politico finito. Read More…

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