Politica

Mettere insieme “futuro” e “sinistra”: le sfide mancate di piazza S. Giovanni e della Leopolda

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Articolo su Huffington Post –

Un’idea che sia di futuro e sia al tempo stesso di sinistra, cioè legata ai valori di libertà, uguaglianza e fraternità che “ab origine” definiscono la sinistra e la distinguono dalla destra. Questa la medesima sfida con cui si sono cimentate le due piazze contrapposte di questo fine settimana: la piazza reale di San Giovanni, quella virtuale ma comunque affollatissima della Leopolda. Premesso che si è trattato di due grandi e belle prove di democrazia, e che in particolare si deve rispetto e anche riconoscenza per le migliaia di giovani e di ragazzi che partecipando alle manifestazioni di Roma e di Firenze hanno testimoniato una provvidenziale e talvolta disperata voglia di “buona politica”: premesso questo, noi pensiamo che in entrambi i casi si sia trattato di sfide mancate.

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Renzi premier fossile: in Italia come in Europa preferisce le lobby del petrolio alle energie rinnovabili

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Articolo su Huffington Post – 

Diavolo d’un Matteo Renzi. Fuoriclasse nel dare per fatte riforme e leggi che sono nello stato embrionale di qualche slide o tutt’al più hanno la forma provvisoria di bozze non ancora vidimate né dalla Ragioneria né dal Quirinale, quando si trova davanti l’occasione concreta di portare a casa un vero risultato la scansa e sceglie il basso, bassissimo profilo. È quello che sta capitando con la trattativa europea sui target al 2030 per la riduzione delle emissioni di gas di serra, l’aumento del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e l’incremento dell’efficienza energetica: negoziato che dura da mesi e che si concluderà nel vertice Ue che Renzi presiederà giovedì e venerdì a Bruxelles.

Ecco, in questo caso Renzi somiglia a un calciatore che corre con la palla attaccata ai piedi solo verso la porta avversaria ma all’ultimo si ferma, tergiversa, si dribbla da sé e butta via un gol già fatto. A New York un mese fa di fronte al vertice Onu convocato da Ban Ki-moon sui cambiamenti climatici, Renzi affermò: “È fondamentale raggiungere a Parigi nel 2015 un accordo globale e vincolante in difesa del clima. I nostri figli si attendono che questo accordo sia vincolante”. Peccato, aggiungiamo noi, che l’Italia, Presidente di turno dell’Unione Europea, non si è ancora espressa in favore di tre obiettivi quantificati e vincolanti – meno gas serra, più rinnovabili e più efficienza – e non ha svolto alcun ruolo politico nelle trattative in queste settimane.

Sempre parlando alle Nazioni Unite il nostro premier proclamava: “L’impegno dell’Italia continua sui numeri: ad agosto 2014, il 45% delle elettricità in Italia proveniva da fonti rinnovabili”. Di nuovo peccato, peccato che questo 45% lo abbiamo raggiunto anche e molto grazie a quegli impianti ad energia solare fotovoltaica che il Governo ha messo nel mirino con il famigerato decreto ‘spalmaincentivi’, prelievo forzoso e retroattivo che ha messo in serissima difficoltà il settore e ha lasciato di sasso gli investitori esteri abituati forse si alla burocrazia e agli scioperi made in Italy, ma basiti di fronte ad uno Stato che fa carta straccia di migliaia di contratti. Insomma una scelta da Robin Hood alla rovescia, di cui in particolare la ministra Guidi spesso si fa vanto propalando dati del tutto infondati sulle bollette energetiche che per colpa delle rinnovabili sarebbero in Italia più care del 40/50% che in Europa. Read More…

Genova sommersa dalle larghe intese del cemento

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Articolo su Huffington Post – 

Meno ‘scafato’ (rafforzativo romanesco per ‘furbo’) e probabilmente più serio di ministri, presidente di regione e presidente del consiglio, il sindaco Doria è andato perle strade di Genova seppellite dal fango a metterci la faccia, e com’era prevedibile s’è preso insulti anche per tutti gli altri. Ma nella catena delle responsabilità che hanno portato a questa ennesima alluvione genovese, lui davvero non è che l’ultimo anello. Per dirne una, si sono perse le tracce di quell’assessore regionale alla protezione civile Raffaella Paita – la stessa scelta dal Pd come erede di Burlando per le imminenti elezioni regionali – dalla cui competenza dipendono gli allarmi meteo. Nel pomeriggio di mercoledì già in molti, tra questi la Società Meteorologica Italiana di Luca Mercalli, avevano diffuso comunicati prevedendo per Genova e Sestri Levante “Elevato rischio di allagamenti , dissesti e situazioni alluvionali”, ma dopo il disastro l’assessore ha dichiarato che “I modelli telematici previsionali non riportavano condizioni tecniche e scientifiche tali da emanare un’allerta”.

Del resto è difficile stabilire una gerarchia delle colpe: sono troppe e alcune sono troppo antiche. C’entra, naturalmente, il modo selvaggio in cui nel Novecento e in particolare negli anni del secondo dopoguerra è stata fatta crescere Genova: nel suo sottosuolo scorrono più di 100 ‘rivi’ tombati, che una cementificazione dissennata ha trasformato in altrettante bombe a orologeria pronte a esplodere. Oggi, si dice, il problema da cui nasce anche questa nuova tragedia sono i soldi insufficienti investiti dallo Stato per la messa in sicurezza della città e quelli stanziati ma non spesi per beghe burocratiche e lungaggini giudiziarie. Vero anche questo: però è semplicemente ridicolo sostenere che se a Genova i progetti per la difesa idraulica sono un monumento alle buone intenzioni che portano all’inferno, i colpevoli sono i tribunali. Read More…

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