Politica

Dubbio atroce: Zingaretti fa rima con Polverini?

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Articolo su Huffington Post –

Negli ultimi giorni la giunta di centrosinistra della regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti e la sua maggioranza in Consiglio regionale hanno inanellato due “perle” che testimoniano la più totale continuità con gli anni decisamente bui della giunta Polverini. Read More…

Il piano casa Zingaretti allunga a dismisura la deregulation edilizia nel Lazio

“Esprimiamo una forte indignazione per il piano casa Zingaretti approvato all’alba. E’ un piano casa che regala ai costruttori due anni di proroga rispetto alla data di applicazione prevista al 31 gennaio 2015 dall’ex presidente Polverini. Grazie a Zingaretti il Lazio allunga a dismisura una fase di deregulation edilizia, a dimostrazione che quel piano casa  voluto fortemente da Silvio Berlusconi nel 2009 quando era Presidente del Consiglio,  piace tanto anche  all’attuale centrosinistra”.

Lo dichiarano il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e l’esponente di Green Italia Roberto Della Seta.

“Fino al 2017 – continuano Della Seta e Bonelli –  nel Lazio avremo  deroghe alle previsioni degli strumenti urbanistici e dei regolamenti edilizi, aumenti di cubature, cambi di destinazione d’uso, altro consumo di suolo  e persino cemento nelle aree protette.  E’ un attacco frontale all’ambiente pericoloso e irresponsabile. L’Italia annega nel fango ma la regione Lazio preferisce continuare nel modello di sviluppo che tanto male ha fatto all’Italia e agli italiani”.

“ Si fa molta fatica a cogliere in questo caso  le differenze tra centrodestra e centrosinistra, ma ormai è palese che le larghe intese suonano sempre di più con uno spartito unico, specialmente nel settore del cemento” – concludono Bonelli e Della Seta.

 

 

 

Il premier è figlio (legittimo) di D’Alema e Bersani

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Articolo su Il Manifesto – 

Renzi pensa, parla, agi­sce come un poli­tico di destra? Può darsi, in molti casi è evi­dente, ma le domande a que­sto punto diven­tano altre e sono più impe­gna­tive: com’è pos­si­bile che un poli­tico così abbia “espu­gnato” senza grande dif­fi­coltà il Pd e oggi goda di un con­senso lar­ga­mente mag­gio­ri­ta­rio nell’elettorato che si sente di sini­stra e che ha sem­pre votato a sini­stra? Dipende solo dalle sue doti obiet­ti­va­mente straor­di­na­rie di istrione e dema­gogo? Io non credo, penso che se il Pd si sta tra­sfor­mando nel par­tito per­so­nale di Renzi per­dendo molti con­no­tati tra­di­zio­nali di un par­tito “di sini­stra”, que­sto dipende da com’è stata la sini­stra prima di lui.

Renzi, insomma, è figlio di D’Alema e di Ber­sani, nel senso che il suo avvento è la con­se­guenza di una sini­stra, della sini­stra ita­liana erede del Pci, che non ha mai fatto i conti con i pro­pri ritardi, i vizi, le ano­ma­lie rispetto a buona parte delle sini­stre euro­pee. Una sini­stra che da tempo non è più “con­tem­po­ra­nea”: per que­sto si è pro­gres­si­va­mente allon­ta­nata dagli ita­liani, com­presi tanti che hanno con­ti­nuato a votarla per abi­tu­dine o per man­canza di alter­na­tive, e anche per que­sto Renzi l’ha “spianata”.

Non ha fatto i conti, la sini­stra ex-Pci, con tre que­stioni su cui si sono costruiti prima il suo declino e poi la sua defi­ni­tiva sconfitta.

Una que­stione è squi­si­ta­mente ideo­lo­gica. Gli ex-Pci cam­bia­rono il nome subito dopo l’Ottantanove, quando peral­tro la “cosa” già aveva già pochis­simo di comu­ni­sta. Ma di quella sto­ria hanno con­ser­vato un abito men­tale che è stato di grave osta­colo per la com­pren­sione dei cam­bia­menti del mondo e dell’Italia. Così, hanno con­ti­nuato a misu­rare il pro­gresso secondo cate­go­rie anti­di­lu­viane che sepa­rano strut­tura – il lavoro, la con­di­zione mate­riale delle per­sone — e sovra­strut­tura – la lega­lità, la cul­tura, l’ambiente, la dimen­sione imma­te­riale del benes­sere -, e a con­ce­pire l’economia e lo svi­luppo come un secolo fa: certo non più “soviet e elet­tri­fi­ca­zione” ma comun­que car­bone (Ilva e din­torni), asfalto, cemento. Read More…

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