Politica

Appello ecologista: la corruzione nelle grandi opere si sconfigge rovesciando regole scelte

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Articolo su Huffington Post –

Matteo Richetti in un intervento ospitato nei giorni scorsi su Huffington Post spiega che le opere pubbliche sono importanti per l’Italia, che sarebbe folle rinunciare a realizzarle per il rischio-corruzione, che si deve utilizzare l’occasione dell’inchiesta della Procura di Firenze per mettere ordine e pulizia nella “governance” delle grandi opere.

Tutto giustissimo, impossibile dissentire. Ma Richetti dimentica, o forse ignora, un aspetto essenziale: l’intreccio endemico tra decisione pubblica e interessi corruttivi che ha inquinato in modo così profondo il settore delle grandi opere pubbliche, non è separabile dal merito di molte scelte compiute in questo campo. Insomma: troppo spesso le ragioni per cui lo Stato ha deciso di realizzare una o l’altra grande infrastruttura, avevano pochissimo a che fare con l’utilità pubblica e moltissimo con la possibilità di lautissime commesse per i corruttori e di larghe prebende per i corrotti. Dal Mose alle strade dell’Expo, per restare ai casi più recenti, gli esempi di questo circolo vizioso abbondano. Read More…

IL NOSTRO APPELLO – E’ finito il tempo delle mele (marce): si apra la stagione delle opere utili, legali e sostenibili

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L’inchiesta di Firenze sulla corruzione nel settore delle grandi opere pubbliche, che ha portato all’arresto tra gli altri di Ercole Incalza e alle dimissioni del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, rendono a tutti evidente ciò che gli ecologisti e le forze impegnate sul terreno della legalità da tempo denunciano: troppo spesso in Italia la decisione di realizzare questa o quella grande infrastruttura risponde alla convenienza privata di pochissimi e non all’interesse generale.

Così, per vincere la sfida delle “opere utili” non sono bastate razionali analisi su costi e benefici, discussioni aperte e democratiche su cosa sia davvero necessario per realizzare trasporti e infrastrutture efficienti e per garantire investimenti pubblici oculati: non sono bastate perché la commistione fra politici irresponsabili, funzionari pubblici inamovibili e spesso conniventi con imprenditori senza scrupoli, troppo scarse garanzie sull’imparzialità delle procedure, hanno impedito processi decisionali trasparenti e scelte ponderate nell’interesse collettivo, e creato condizioni quanto mai favorevoli al dilagare della corruzione.

Mai come oggi appare chiaro che la corruzione dilagante è un furto di bene comune, di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro: un furto che non ci possiamo e dobbiamo più permettere.

Per spazzare via le pratiche rivelate dall’inchiesta di Firenze occorre da una parte cambiare alla radice regole e priorità delle scelte in materia di opere pubbliche, dall’altra riconsiderare, nell’auspicabile quadro di un Piano dei trasporti finalmente coordinato e sistematico e che preveda una Valutazione Ambientale Strategica per ogni grande infrastruttura, scelte su opere – dal tunnel della Valsusa, al “terzo valico Milano-Genova, ai progetti di nuove autostrade (Lombardia e Veneto, Orte-Mestre, Maremma) – che a fronte di un costo per la collettività esorbitante, sollevano dubbi diffusi e rilevanti quanto alla loro utilità pubblica e compatibilità ambientale.

Sul tema generale della lotta alla corruzione servono norme più rigorose sulla confisca dei beni ai corrotti; sui “reati civetta” come il falso in bilancio, l’autoriciclaggio, l’evasione fiscale; sul conflitto d’interessi. Read More…

Vico, torna in Parlamento l’amico dell’Ilva

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Articolo del Fatto Quotidiano

DOPO LE DIMISSIONI DI BRAY, ARRIVA A MONTECITORIO IL PRIMO DEI NON ELETTI, UN TARANTINO VICINISSIMO AD ARCHINA’

Torna in Parlamento Ludovico Vico, esponente del Pd di Taranto finito nel tritacarne mediatico del novembre 2012 dopo la diffusione delle intercettazioni che mostrano i suoi contatti con l’allora potentissimo dirigente Ilva Girolamo Archinà.

Alle elezioni politiche del 2013, infatti, dopo l’ondata di sdegno che invase Taranto per i rapporti non proprio istituzionali con Archinà il Pd pugliese decise di puntare nella città dei veleni su un outsider come Anna Finocchiaro, contestata più volte nel capoluogo ionico durante quella campagna elettorale, e l’ex assessore regionale al Bilancio della giunta vendoliana, Michele Pelillo.

CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO SOTTO SULLA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO, CHE CONTIENE UN COMMENTO DEGLI ESPONENTI DI GREEN ITALIA, ROBERTO DELLA SETA E FRANCESCO FERRANTE, SULLA VICENDA Read More…

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