Leggi per rottamare il paesaggio e i centri storici in Toscana e in Sicilia. È questo il nuovo Pd?
Diceva Agatha Christie che un indizio è solo un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi sono una prova. Applicata alle politiche del “nuovo” Pd in fatto di tutela dell’ambiente e dei beni culturali, la regola della regina del “giallo” non lascia dubbi: nel Partito democratico, a Roma come in “periferia”, regna un supremo disinteresse per la difesa della bellezza italiana.
Primo indizio – ormai purtroppo una legge dello Stato – è il decreto “sblocca-Italia” che apre ad un piano indiscriminato di trivellazioni petrolifere a terra e in mare. Programma pieno di rischi per l’ambiente e totalmente fuori tempo e fuori luogo: oggi che il mondo intero ha cominciato a correre verso la fuoriuscita dall’era del petrolio e verso un modello energetico fondato su efficienza e fonti pulite, l’Italia per raschiare qualche fondo di barile di oro nero – i nostri giacimenti sono quantitativamente scarsi e qualitativamente scadenti – riempie di buchi il proprio territorio e i fondali marini lungo le proprie coste.
Il secondo e il terzo indizio, quelli che insieme al primo fanno una prova, sono di questi giorni. In Toscana il Consiglio regionale si accinge ad approvare una serie di modifiche al piano paesistico proposte da Pd e Forza Italia, e sostanzialmente sostenute dal presidente Rossi, che avrebbero tra i loro effetti una vastissima “deregulation” delle attività estrattive nell’area delle Alpi Apuane e una spinta formidabile alla privatizzazione e all’ulteriore cementificazione di spiagge e litorali. Read More…