Posts by: Roberto Della Seta

Sindaco Marino, per favore resti un marziano!

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Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

Come “Un marziano a Roma” del racconto di Ennio Flaiano – il “signor Kunt” che atterrato col suo disco volante dentro Villa Borghese diventa subito una celebrità e viene ricevuto con ogni onore dai potenti – anche Ignazio Marino è un marziano: diventato sindaco a giugno scorso quasi doppiando nel ballottaggio elettorale il suo fallimentare predecessore Alemanno (64 a 36), è primo cittadino di Roma da cinque mesi ma per ora continua a muoversi da extraterrestre.

Marino non è un “indigeno”, forse pure per questo ignora i riti, i riflessi pavloviani, le abitudini (quasi tutte cattive) della politica capitolina: letteralmente li ignora, nel senso che prima non li conosceva e ora fa come se non ci fossero.

Un primo rito ignorato o almeno contestato dal sindaco, vero stigma dell’agire pubblico non solo romano ma decisamente nazionale, è il modello relazionale come criterio di scelta delle persone cui affidare ruoli di responsabilità amministrativa. La “rivoluzione del curriculum” annunciata e in qualche caso già praticata da Marino, l’idea – per l’Italia davvero marziana – di nominare “per merito”, negano decenni di cooptazioni su base relazionale: ti scelgo per un incarico importante non perché sei bravo – magari sei pure bravo ma non c’entra… -, ti nomino per ricambiare un tuo favore (tu mi hai appoggiato, io ora mi sdebito) o perché sei mio amico o amico di qualche mio amico. Per carità, non sarà una rivoluzione semplice e probabilmente non potrà essere completa: ma iniziarla è già un terremoto.

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Viva la lentezza! In città limite di velocità quasi dimezzato?

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Articolo scritto con Francesco Ferrante su Huffington Post

C’è la possibilità, concreta e rivoluzionaria, che il nuovo Codice della Strada abbassi a 30 km all’ora il limite di velocità nelle aree urbane. Sarebbe una svolta epocale, da tanti punti di vista. Da quello politico, intanto: per una volta gli abitanti del Palazzo privilegerebbero l’interesse generale sulla ricerca di facile consenso; se il limite di velocità per le auto in città scende da 50 a 30, infatti, è probabile che molti automobilisti non la prendano benissimo, ma è sicuro che ne guadagnerebbe molto la mobilità urbana e la sicurezza dei cittadini.

Questo felice caso di una politica più lungimirante che tattica è reso possibile da una stranissima “larga intesa” che vede insieme le associazioni – Salvaciclisti, Rete mobilità nuovaLegambiente – da tempo impegnate per la moderazione della velocità in ambito urbano, e poi il sottosegretario ai trasporti Erasmo D’Angelis, un po’ di parlamentari di diversi schieramenti, l’Anci, le compagnie di assicurazione, le associazioni dei pedoni e dei ciclisti, i tassisti e perfino il Touring Club, Libera e la Coldiretti.

Ma il cambiamento più importante è quello che riguarderà la sicurezza di chi si muove in città. A 30 km orari, infatti, il numero di morti in incidenti stradali si dimezza(nessun altra misura è in grado di ottenere, da sola, un risultato di questa portata) e, peraltro, sollevare il piede dall’acceleratore comporta solo vantaggi: diminuiscono i consumi di carburante, lo smog, il rumore, lo stress alla guida, diventa più agevole e meno insicuro andare in bici.

Al contrario di ciò che viene da pensare, limiti più bassi non fanno nemmeno aumentare i tempi di percorrenza, visto che una guida aggressiva, che copre al massimo della velocità possibile i tratti liberi tra un semaforo e l’altro o tra un incolonnamento e l’altro, fa guadagnare al massimo – lo dicono i dati di numerosi test – 10 secondi al chilometro. Tanto sgommare per nulla. Read More…

Al posto della svendita delle spiagge, il mega condono

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“Sulle spiagge, il governo cambia strada: non c’è più la vendita delle superfici occupate dagli stabilimenti balneari, ma in compenso in un emendamento dei relatori concordato col governo si prevede un mega condono per tutti i titolari di concessioni che non hanno pagato in tutto o in parte le somme dovute allo stato. È una scelta due volte sbagliata: perché procura un danno all’erario e dunque a tutti i contribuenti,  e perché manda l’ennesimo segnale di perdono verso gli evasori”.

Lo dichiara Roberto Della Seta, esponente di Green Italia.

“Non è riuscito il colpo di mano con la svendita delle spiagge, ma – continua Della Seta –  si profila un regalo vergognoso a vantaggio di pochi: pagando solo il 30% di quanto dovuto il titolare di concessione in debito con lo Stato sanerebbe totalmente la sua posizione. E’ il caso di ricordare che negli ultimi anni lo Stato ha incassato circa 90 milioni di euro all’anno dalle concessioni balneari, e che i canoni per le aree scoperte ammontano a 1,27 euro centesimo metro/q all’anno e per quelle dove insistono attività 2,12 euro metro/q all’anno, ovvero uno stabilimento balneare di 2000 metri quadri è tenuto a pagare all’incirca 3400 euro all’anno”.

“Infine – conclude Della Seta –   va sottolineato che questo condono balneare è uno schiaffo a tutte le imprese oneste che hanno pagato quanto dovuto e che si trovano costrette a subire la concorrenza sleale di chi invece ha evaso”.

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