Posts by: Roberto Della Seta

Green Italia-Verdi europei: nasce la lista degli ecologisti

VERDIGREENITALIA

Articolo su Huffington Post di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante

Non solo per l’approssimarsi delle elezioni europee ma da un po’ si parla molto di Europa. Quasi sempre se ne parla male: per denunciare la rigidità delle politiche restrittive di Bruxelles che rischiano di strangolare l’economia reale e l’occupazione, per lamentare la mancanza di una vera unione politica, per accendere i riflettori sull’ondata di populismo antieuropeo che sembra crescere dappertutto. Eppure dall’Europa arriva pure un piccolo, timido segnale positivo: il Parlamento europeo, per fare in modo che nelle istituzioni comunitarie pesino di più le differenze politiche e di meno quelle nazionali, ha chiesto formalmente alle diverse famiglie politiche di indicare ognuna un loro candidato alla presidenza della Commissione europea.

Purtroppo di questo tentativo in Italia resta poco: infatti sulla scheda delle prossime elezioni europee gli italiani non troveranno nessuna lista che porti il nome e si rappresenti con il simbolo dei partiti europei: niente socialisti, niente popolari, niente liberali, niente sinistra radicale. Unica eccezione, la nostra lista “Green Italia-Verdi Europei”, che già nell’immagine del logo – il girasole – si propone come espressione diretta dell’European Green Party e che candida alla presidenza dell’Unione José Bové e Ska Keller, scelti nei mesi scorsi attraverso primarie on-line.

Per noi di Green Italia che da qualche mese siamo impegnati a ricostruire una presenza autonoma dell’ecologia nella politica italiana, questo è un prezioso punto di partenza.

Da molti anni gli ecologisti erano fuori dalle elezioni italiane. Un paradosso e un controsenso: siamo stati uno dei primi Paesi europei dove l’ecologia si è fatta rappresentanza politica di valori, bisogni, interessi, e oggi davanti a una crisi sociale ed economica drammatica e che sembra infinita – è di ieri l’ultimo dato Istat sulla disoccupazione al 13% – proprio l’ambiente, con la prospettiva di un “green new deal”, è tra le poche speranze concrete per un futuro positivo e sostenibile. Read More…

Il nuovo stadio della Roma sia pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale

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“Il nuovo avveniristico progetto dello stadio per la nostra Roma ci mette,nella condizione particolare di rigorosi ambientalisti e di ferventi romanisti,di dovere auspicare una sostenibilità totale del progetto per quanto riguarda i materiali utilizzati, l’efficienza energetica dell’impianto, la possibilità di accedervi utilizzando il trasporto su ferro e infine  la necessità di verificare scrupolosamente la compatibilità urbanistica ed ambientale della location. Modernità significa soprattutto  una ‘visione Green’  del progetto : ci auguriamo sia rigorosa,sia da ambientalisti che da romanisti”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Fabio Granata.

Renzi: tra me e il “popolo” nessun corpo intermedio

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“Chissenefrega dei sindacati, io parlo direttamente ai lavoratori”, “Chissenefrega di Confindustria, io parlo direttamente alle imprese”. La novità radicale del discorso pubblico di Matteo Renzi è bene raffigurata in questo che è stato un leit-motif della strategia mediatica del capo del governo per “preparare” l’annuncio del suo piano contro la crisi. Un ritornello sicuramente di successo, che sul piano del consenso per il Renzi-pensiero sembra funzionare alla grande.

Che cosa c’è di originale, di “rivoluzionario” in questi giudizi? Per molti c’è soprattutto il segno di uno stile comunicativo semplice, diretto, “impressionistico”: qui starebbe la forza vincente di Renzi, nella sua straordinaria capacità di “arrivare” all’opinione pubblica come uno che parla la stessa lingua degli italiani qualunque e del quale per questo gli italiani qualunque possono fidarsi.

Invece secondo noi c’è di più. Ridurre a puro imballaggio, a una furbizia tattica le battute sprezzanti dedicate da Renzi a sindacati e Confindustria è al tempo stesso fargli torto e concedergli troppo: fargli torto perché così si finisce per rappresentarlo come una specie di piazzista del tutto disinteressato alla qualità della “merce” che vende, concedergli troppo perché non si vede – o non si dice – che con questo genere di esternazioni Matteo Renzi esprime con verità e con coerenza un’idea del proprio ruolo e del rapporto tra politica e società non priva di qualche insidia.

Renzi insomma va preso sul serio. Quando liquida il sindacato dei lavoratori e quello dei datori di lavoro come intermediari fastidiosi nel rapporto diretto tra lui e il “popolo”, dice ciò che pensa. Questo attacco, bisogna dire, trova appigli formidabili nella realtà: in decenni di abuso della concertazione, spesso interpretata dalle parti sociali come teorizzazione di un proprio diritto di veto alle decisioni della politica; e poi nella progressiva trasformazione delle principali organizzazioni di rappresentanza economico-sociale in strutture burocratiche tendenzialmente autoreferenziali, non meno “caste” della casta dei politici. Renzi in questo senso non fa che certificare un dato evidente da tempo ma a lungo oscurato: il legame spezzato tra rappresentanti e rappresentati non vale solo per i partiti, riguarda con uguale profondità le organizzazioni sindacali e imprenditoriali sempre più lontane dai problemi e dagli interessi di lavoratori e imprese. Read More…

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