Posts by: Roberto Della Seta

Rinviare la conferenza sul clima di Parigi, sarebbe un regalo alla barbarie

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Articolo su Huffington Post – 

Poche ore dopo l’attacco a Parigi, il leader del centrodestra francese Nicholas Sarkozy ha proposto di rinviare la Conferenza sul clima – Cop 21 – in programma nella capitale francese dal 30 novembre all’11 dicembre. Il ministro degli esteri Laurent Fabius, socialista, che sarà il capodelegazione del governo francese alla Conferenza, gli ha risposto che non se ne parla, l’appuntamento è confermato: si svolgerà con misure di sicurezza più stringenti e con meno eventi collaterali di quanto previsto, ma trovare un accordo generale per impedire che il riscaldamento globale continui – ha detto Fabius – è troppo importante per consentire un rinvio. È importante, aggiungiamo noi, anche perché un accordo così sarebbe un ottimo modo di rispondere con la responsabilità, la solidarietà – insomma: con l’umanità – alla barbarie messa in scena a Parigi.

Questa stessa differenza di posizioni tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti, rispetto all’urgenza di politiche di svolta su energia e clima,, si è riproposta anche altrove: negli Stati Uniti, dove da una parte Obama ha finalmente messo il suo Paese sulla via dell’impegno per ridurre le emissioni dannose per il clima e recentemente ha bloccato l’oleodotto Keystone, e dall’altra i repubblicani in molti casi addirittura cavalcano le tesi negazioniste per cui il clima che cambia sarebbe, più o meno un’invenzione; in Gran Bretagna, dove il governo Cameron liberatosi dell’alleanza con i “lib-dem” aumenta (caso unico nel mondo) i sussidi ai combustibili fossili.

Come ogni regola che si rispetti, anche questa che vede le destre schierate a difesa dell’energia fossile e le sinistre favorevoli a un modello alternativo “low carbon” basato su fonti rinnovabili e tecnologie per l’efficienza energetica, ammette le sue eccezioni. Una, positiva, riguarda la Germania, con la cancelliera Merkel che non ha mai messo in discussione la “energiewende”, la svolta ecologica lanciata dal governo rosso-verde alla fine del secolo scorso: così, la Germania da molti anni spende in incentivi alle energie pulite più del doppio dell’Italia e di ogni altro Paese europeo, e grazie a questa scelta si è garantita una solida leadership industriale, tecnologica, competitiva nel campo della new energy. Read More…

Negazionismo, un reato che non serve

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Articolo sul Fatto Quotidiano

Negare “in tutto o in parte” la Shoah e in genere i crimini di genocidio, di guerra, contro l’umanità, sta per diventare reato: manca solo il sigillo definitivo del Senato, dopo che martedì la Camera ha approvato in seconda lettura e con minime modifiche un testo “multipartisan” (Pd, sinistra, destra; astenuti i Cinquestelle) che sanziona il “negazionismo” come aggravante del reato di istigazione alla violenza e all’odio razziali.

Malgrado il largo consenso ricevuto in Parlamento, l’introduzione del reato di negazionismo è un tema controverso, su cui in un recente passato non sono mancate discussioni e polemiche.

In Italia il primo a lanciare l’idea fu nel 2007 l’allora ministro della giustizia Mastella. Moltissimi approvarono, altri sollevarono dubbi. Stefano Rodotà scrisse che la norma proposta era “una di quelle misure che si rivelano al tempo stesso inefficaci e pericolose”. Alcuni autorevoli storici italiani – da Carlo Ginzburg a Giovanni De Luna, da Sergio Luzzatto a Bruno Bongiovanni – promossero un appello pubblico in cui sostenevano che “ogni verità imposta dall’autorità statale non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale”. Punti di vista analoghi espressero nell’occasione intellettuali europei come Paul Ginsborg e Thimoty Garton Ash. Read More…

Ignazio Marino, l’indifendibile e i suoi nemici

Resigned Rome's Mayor, Ignazio Marino

Articolo su Huffington Post –

I nemici di Ignazio Marino, quelli che da quando fu eletto sindaco hanno cercato costantemente di affossarlo, sono quasi tutti molto peggio di lui, le vere ragioni per cui non hanno mai smesso di attaccarlo sono quasi sempre parecchio ignobili.

Ciò vale per l’opposizione politica a Marino, che però era fisiologico che cercasse in ogni modo di danneggiarlo (anche se fa un po’ ridere vedere i principali supporter della disastrosa, come azione amministrativa e come etica pubblica, stagione di Alemanno sollevare ora contro Marino indignate questioni morali); e ciò vale a maggior ragione per il suo “fronte interno”, per quella parte assai larga del Pd romano che lo ha sempre detestato perché non lo controllava, perché aveva perso potere e influenza dopo anni – compresi gli anni di Alemanno sindaco e di “mafia capitale” – in cui partecipava a tutte le scelte di governo e soprattutto di sottogoverno.

Marino, l’hanno detto e scritto in molti noi compresi, sembrava un sindaco-marziano, e questo poteva essere il suo pregio maggiore e un suo grande punto di forza anche in termini di consenso. Ma proprio come marziano Marino ha fallito, e per la sua “disfatta” non può prendersela con nessun altro che con se stesso.

Ha fallito per due ragioni principali. La prima, inutile girarci intorno, riguarda questa così mediocre vicenda dell’uso “ingiustificato” della carta di credito del Comune. Certo, lo sappiamo: c’è molto di peggio in termini di etica pubblica che far passare come “rappresentanza” delle cene private. C’è la corruzione, c’è “mafia capitale”… Ma in qualunque Paese civile, un politico scoperto a utilizzare in modo improprio, per fini privati, i soldi pubblici, pochi o tanti che siano, e a mentire per nascondere questo abuso, è un politico indifendibile ed è un politico finito. Read More…

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